Un'UTOPIA con fondi a go-go

6 mar. 2016

Si leggono spesso notizie che annunciano la disponibilità di ingenti fondi destinati al nostro territorio per creare sviluppo e nuova occupazione.

Recentemente, per esempio, sono passate notizie del tipo: "270 mln di euro per finanziare 10 progetti industriali che porteranno almeno a 500 nuovi posti di lavoro" oppure "con quel 4% previsto dalla legge Barca arriveranno nell'area del cratere non meno di 263 mln di euro che sono più del doppio di quanto previsto per i fondi strutturali Por-Fesr 2014-2020".

Facendo un semplice calcolo sembra ci sia una disponibilità di questo tenore: 263 mln dai fondi Barca + circa 130 mln dai fondi Por-Fesr.

Consideriamo solo questi circa 395 milioni di euro e dimentichiamoci, solo per un momento, quanto speso o sperperato negli ultimi anni e quanto eventualmente disponibile, nello stesso periodo, a valere su altre fonti di entrata.

Immaginiamo adesso che l'obiettivo sia concretizzare una società profondamente diversa attuando una stravangante utopia e meditiamo sul fatto che solo con questi numeri potremmo elargire ben 50.000,00 euro una tantum a poco meno di 8.000 persone oppure garantire una rimessa annua di 20.000,00 euro, per dieci anni, a ben 2.000 persone.

Pensiamo adesso a quante sono le società private rimpinguate di fondi pubblici che dopo poco tempo hanno tirato i remi in barca mandando a casa quel risicato numero di nuovi posti di lavoro creati lasciandoli senza stipendio o appesi ad una cassa integrazione a spese della collettività.

Allo stesso costo potremmo starcene comodamente tutti a casa a dedicarci ai nostri affetti, ai nostri amici ed alle nostre attività preferite e certamente molti di noi, sereni e confortati da un'entrata economica certa, vorranno intraprendere quell'attività imprendoriale a loro più congeniale e nella quale non c'è motivo di credere non riuscirebbero magnificamente bene.

Un'UTOPIA dal costo sociale ed economico di molto inferiore a quanto attualmente si mette in atto con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
 

Walter Salvatore