Ricostruzione: serve un organo di mediazione

28 ott. 2015

Nonostante siano trascorsi quasi sette anni la ricostruzione soffre purtroppo di una serie di disfunzioni, disallineamenti, disparità, interpretazioni di parte, tempistiche non rispettate, dimenticanze da parte dei tecnici, furbate da parte delle imprese, ecc, ecc.

Al terremotato non rimane che ingoiare il rospo oppure cimentarsi in ardue, costose e spesso inconcludenti cause civili e penali.

Quanto oggi arriva al contenzioso non è che la minima parte di quei casi che le pratiche per la ricostruzione generano quotidianamente.

Nei tribunali, già particolarmente oberati di lavoro, arriva solamente la punta di un iceberg di quanto accade nella ricostruzione.

La parte sommersa è rappresentata da un numero impressionante di proprietari di case danneggiate dal sisma, i cosiddetti "terremotati silenziosi" che subiscono impotenti e senza alcuna tutela le gratuite angherie o le bieche furbizie degli addetti ai lavori.

Manca una stanza di compensazione, un organo terzo, ben edotto sulle regole e le procedure per la ricostruzione, con l'autorità sufficiente a dirimere i contenziosi e risolvere sul nascere gli innumerevoli casi di mala-ricostruzione.

Una mala-ricostruzione che nessuno, fino ad ora, ha mai voluto portare alla ribalta ma che prolifera incontrastata in danno al già segnato terremotato.

Per il cratere poteva agire in tal senso quel fantomatico Tavolo dei Sindaci che però, nei fatti, si è rilevato assolutamente inutile se non addirittura dannoso.

Senza quest'organo di controllo/mediazione/conciliazione il terremotato non potrà che continuare a subire impotente o ad alimentare il circuito giudiziario già stracolmo e comunque costoso, lungo e per lo più inidoneo a risolvere in tempi ragionevoli le aspettative di giustizia e correttezza che ci si attende dalla ricostruzione.

 

Walter Salvatore