Quel "venticello" che soffia da secoli

23 dic. 2016

In epoca precristiana c'era già chi aveva compreso e codificato le svariate manifestazioni dell'animo umano con la stessa profondità e rigore con cui Pitagora e gli altri filosofi andavano dimostrando le loro intuizioni con teoremi validi ancora ai giorni nostri.

Della calunnia, per esempio, già nel IV secolo a.C. se ne aveva una conoscenza profonda ed erano codificati i profili degli attori e delle comparse necessari affinché il "venticello" di Rossiniana memoria potesse montare fino a manifestarsi con un il fragore del "colpo di cannone".

Quanto nel 1496 Botticelli raffigurò nel dipinto "La calunnia di Apelle", oggi conservato nella Galleria degli Uffici di Firenze, traeva infatti ispirazione da un dipinto d'epoca ellenistica (IV sec. a. C.) del famoso pittore Apelle, sempre intitolato Calunnia, purtroppo andato perduto.

Dalla notte dei tempi è quindi noto quali personaggi e sentimenti devono coesistere per dare corpo a quest'antico peccato dell'uomo che Papa Francesco ha recentemente definito "un'espressione diretta di satana".

Nel dipinto allegorico di Botticelli troviamo l'intero cast:

"l'innocente seminudo, oggetto della calunnia, trascinato di fronte a un Re Mida raffigurato con orecchie d'asino nelle vesti del cattivo giudice e affiancato da due donne simboleggianti l'Ignoranza e il Sospetto che lo consigliano sussurrandogli parole ingannevoli. Al centro un uomo incappucciato a rappresentare il Rancore, dall'atteggiamento iroso ed aggressivo che tiene per il braccio una donna bella ed affascinante, la Calunnia, affiancata dalle ancelle Invidia e Inganno che la ornano con fiori e nastri bianchi a indicare false immagini di purezza ed innocenza. Chiude la rappresentazione una donna vestita di nero, simbolo del Pentimento e del Rimorso, unica ad osservare la Nudas Veritas che guarda al cielo ad indicare l'unica vera fonte di giustizia."

La calunnia è quindi un peccato da consumarsi in compagnia e rimasto purtroppo attualissimo tanto che nella quotidianità è facile imbattersi nei singoli personaggi intenti a interpretare il ruolo a loro più congeniale.

Walter Salvatore