Pacco di Natale, doppio pacco e contro-paccotto

15 dic. 2016

Il Consiglio Comunale dell'Aquila, su sollecitazione dell'USRA, ha approvato la modifica alle norme d'attuazione del piano regolatore vigente estendendo anche ai centri storici delle frazioni le premialità (fino al 60% in più del contributo) già concesse al centro storico del capoluogo per gli edifici dichiarati di pregio.

Quei pochi che hanno già superato l'istruttoria e iniziato i lavori o li hanno terminati, dovranno farsene una ragione: l'hanno preso in quel posto.

Per gli altri, invece, si aprono nuovi scenari e la possibilità di ricevere un contributo maggiorato per assecondare le prescrizioni e le lavorazioni che un restauro conservativo comporta.

Prescrizioni e limitazioni condivisibili quando ci si imbatte in edifici realmente di pregio ma nel nostro caso vengono estese indiscriminatamente alla generalità delle abitazioni edificate prima del 1930 e quindi, in automatico, tutto diventa "di pregio" anche dove l'unico pregio oggi rilevabile è rimasto un portale o un simil imbotto in pietra di una finestra.

L'USRA, nell'orientamento fatto proprio dal Consiglio Comunale, afferma che l'intervento nasce dalla necessità di frenare la richiesta crescente di sostituzione edilizia volontaria (intesa come demolizione e ricostruzione dov'era e com'era) a cui molti cittadini tendono, soprattutto dopo questi ultimi terremoti, per ottenere, spesso a parità o minor costo per le finanze pubbliche, case adeguate sismicamente al 100%, funzionalmente in linea con gli standard abitativi di questo secolo e prive di barriere architettoniche.

A nulla serve dichiarare che nelle nuove edificazioni si manterranno stesse sagome e altezze, si reinseriranno i portali in pietra, gli imbotti delle finestre, i cantonali, i coppi e quant'altro caratterizzante l'edificio realizzando così un "tal quale" con materiali moderni che rimarranno comunque invisibili all'osservatore.

Una soluzione sicuramente preferibile ad una casa vecchia ingabbiata da reti elettrosaldate o costretta a stare in piedi da fantasiose e costose tecniche che in ogni caso, nonostante i buoni propositi, anch'esse snaturano e alterano l'origine edificatoria.

Sicurezza e confort del terremotato, all'USRA e agli altri attori che razzolano in quel cortile che è diventata la ricostruzione, evidentemente non interessa dato che si preferisce impegnare maggiori risorse per infine restituire ai terremotati abitazioni "rappezzate", con una tenuta sismica poco superiore al 60%, con abitabilità e salubrità a misura dell'anno mille e barriere architettoniche impossibili da eliminare.

Un regalo di Natale gradito sicuramente ai tecnici ed alle imprese ma, come al solito, mortificante per gli interessi e le aspettative di sicurezza dei terremotati.

 

Walter Salvatore