Mafia casareccia

13 nov. 2015

"...una comunità civile che non vuole prendere atto della gravità del problema e questo è segno che parte della comunità è coinvolta, anche con reati infimi, come morti di fame che delinquono per reati di poche migliaia di euro".

Questo il crudo pensiero espresso dal Prefetto di L'Aquila, parlando della situazione della legalità nel "cratere", riferendosi sia alla collettività che alle istituzioni che la governano.

Una lettura della realtà agli antipodi di quella espressa pochi giorni prima dall'ex prefetto Gabrielli che tende invece a minimizzare negando una nuova "Sodoma e Gomorra".

Non è una novità che nel territorio aquilano erano in atto, già prima del terremoto, comportamenti pseudo mafiosi da parte di certi amministratori, supportati da una buona parte della cosiddetta società civile e sopportati, a testa china, dalla parte rimanente.

Che questi comportamenti si siano acuiti in occasione della possibilità concessa loro di gestire le immense risorse destinate alla ricostruzione e le clientele che ne derivano, è una naturale conseguenza.

Di questa degenerazione gli organi di controllo hanno una buona dose di responsabilità se è vero che si è preferito concentrare l'attenzione su pochi casi "importanti" lasciando indenni gli autori di reiterati fenomeni di mala gestio o di omissione di controlli.

Si è scelto di ignorare o valutare singolarmente tanti piccoli ed apparentemente insignificanti casi invece di cogliere il quadro generale che evidenziava con chiarezza una perseverante sistematicità, un reiterato metodo nell'infrangere anche le più elementari regole di onesta e corretta gestione della cosa pubblica

Un errore che ha impedito di sanzionare a tempo debito gli autori di tali comportamenti ed ha convinto i caserecci pseudo mafiosi di poter continuare indisturbati i loro giochi e permettersi di utilizzare ogni metodo per delegittimare ed emarginare coloro che, segnalando l'esistenza di tali condotte, li hanno puntualmente denunciati senza lasciarsi intimorire.
 

Walter Salvatore