Lettera aperta all'Anticorruzione

Raffaele Cantone

15 lug. 2015

La ricostruzione soffre ormai da anni di storture che non sembra ci sia la volontà di raddrizzare.

Segnalazioni ripetutesi nel tempo non hanno sortito effetti ed anzi vengono irrise e liquidate con sufficienza dagli addetti ai lavori.

E' d'obbligo dunque, con una lettera indirizzata al presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), il Dr. Raffaele Cantone, sottoporre a persona di provata intelligenza un paio di queste segnalazioni:

«Si segnalano alcuni punti critici nell'odierna gestione della ricostruzione nei comuni del cratere aquilano che sembra caratterizzata da un'ampia ed incontrastata sacca di immunità di cui godono Sindaci ed amministratori alle prese con la gestione degli enormi interessi che ruotano intorno ad essa.

Il ministro Barca qualche anno fa pensò bene di rafforzare le norme già in vigore per contrastare il conflitto d'interessi epurando dai Consigli Comunali tutti coloro che con la ricostruzione avevano qualcosa a che fare: imprese, tecnici e presidenti dei consorzi obbligatori.

Quanto disposto dal ministro fu prontamente attuato ma, anziché applicare con maggior rigore le norme già vigenti sul tema, da allora si opera come se quest'ultime fossero nel frattempo state abrogate.

Oggi abbiamo da una parte soggetti a cui è negato il diritto costituzionalmente garantito dell'elettorato passivo e dall'altra Sindaci ed interi Consigli Comunali che votano piani di ricostruzione (equiparati a piani regolatori) e disciplinari che decidono sulle graduatorie per la ricostruzione pur in presenza di interessi propri e di parenti entro il quarto grado.

A questo va aggiunto che quasi la totalità dei comuni del cratere è sotto i 5.000 abitanti e grazie ad una Back-Door presente nella legge vigente, L. 388/2000 art. 53 comma 23, modificato in peggio con il comma 4 dell'art. 29 della LEGGE 28 dicembre 2001, n. 448 e s.m.i., i Sindaci ricoprono veste politica ma anche tecnica e gestionale in tutte le vicende che riguardano la ricostruzione.

Lo fanno legittimamente, grazie alla Back-Door, ma in contraddizione con quanto previsto dalla riforma Bassanini ed in un contesto e momento storico in cui gli interessi e gli appetiti sono enormi così come lo stato di bisogno dei terremotati.

Oggi, che si parla di mettere in atto misure per prevenire corruzione e malaffare nella ricostruzione, porre un rimedio a quanto sopra indicato parrebbe opportuno.

Nel ringraziarLa per l'attenzione che vorrà concedere alle argometazioni sopra espresse ci si augura che possa intravvedervi motivi per sollecitare un intervento correttivo.»

 

Walter Salvatore