Le sperequazioni della MIC
19 giu. 2015
Nell'area del Cratere da marzo 2014 è in vigore la MIC; modello parametrico elaborato per determinare il contributo spettante per la ricostruzione privata.
A poco più di un anno dal suo debutto sono stati rilevati e segnalati alcuni punti critici che sarebbe facile emendare modificando alcuni criteri di calcolo.
Ciò consentirebbe di eliminare le attuali odiose sperequazioni che penalizzano gli incolpevoli proprietari di quegli aggregati che hanno la sfortuna di rientrare nelle ignorate o mal parametrizzate casistiche.
E' inevitabile che uno strumento informatico studiato per affrontare la generalità dei casi non abbia considerato alcune ipotesi o ne abbia sottovalutate altre.
Un esempio su tutti è il caso del trattamento economico riservato a chi costretto alla sostituzione edilizia (abbattimento e ricostruzione) perché obbligato da certificate instabilità strutturali che non gli consentono alternative.
A costoro tocca un contributo decurtato almeno del 20% rispetto a quello concesso a chi può riparare oppure deve ricostruisce l'immobile crollato durante il terremoto o demolito a seguito di un'ordinanza sindacale.
Paradossalmente, chi costretto a demolire e ricostruire, è visto e trattato come colui che invece può liberamente scegliere se utilizzare il contributo per riparare oppure riedificare di sana pianta il proprio immobile accollandosene i maggiori costi.
Una condizione non censita, quella della sostituzione edilizia obbligatoria, pervicacemente minimizzata dagli uffici competenti che si limitano a confortare il malcapitato terremotato con rassicurazioni salomoniche del tipo: "vedrai che, anche se il contributo è minore, una ditta che accetta di demolire, smaltire le macerie e ricostruirti casa la trovi ugualmente".
Coloro che la MIC l'hanno voluta, studiata e testata farebbero bene a non sottovalutare il danno ecomico e sociale, insieme agli effetti che ne conseguono, che tali ingiustificate ed illogiche impuntature sono capaci di scatenare nel contesto già provato e sufficientemente esasperato.
L'ascolto delle istanze che giungono dal territorio, per gli Uffici che dovrebbero essere parte attiva nella soluzione delle evidenti lacune procedurali e delle diffuse deficienze normative, si riduce ad una apparente, ipocrita e sterile disponibilità.
Una funzione che dovrebbe, al contrario, concretizzare azioni di risposta rapide, utili ed immediatamente spendibili nella pratica quotidiana della ricostruzione
Walter Salvatore