L'opulento "Hello World"

26 lug. 2016

Negli anni 90 il codice html per visualizzare il messaggio "Hello World" era racchiuso in un file di testo non più grande di 1 centinaio di bit e veniva letto e interpretato da browser che occupavano non più di 1 Mbyte di memoria.

Il World Wide Web, a cui si accedeva tramite modem che a malapena gestivano trasmissioni di una decina di bps (bit per secondo), si è diffusa grazie alla bravura di artisti-pionieri dediti a centellinare e spaccare in quattro ogni bit utile per caratterizzare le proprie creazioni digitali.

Un periodo storico in cui la parsimonia dei dati da immettere in Rete era interpretata ed intesa quale "buona educazione" a cui tutti gli attori coinvolti tendevano.

Un "Bon ton" che nel tempo ha ceduto il passo a "programmatori" che oggi, per visualizzare a video il messaggio "Hello World", scrivono o si fanno generare da qualche applicazione un file non più piccolo di qualche mega byte per darlo poi in pasto a Browser che occupano come minimo 200 Mbyte di memoria ed utilizzano almeno l'80% delle risorse computazionali.

Una diffusa maleducazione professionale che evidenzia, e non solo in campo informatico, l'inarrestabile processo di decadimento culturale in atto.

Il World Wide Web è oggi in mano a coloro che, lasciati liberi di scrivere programmi affetti da elefantiasi, intasano una infrastruttura di servizio collettivo con ridondanti quanto inutili flussi di dati.

Internet rappresenta un bene collettivo di importanza planetaria e come tale è dunque da tutelare e proteggere, soprattutto dall'ignoranza e dall'incompetenza.

L'"Hello World" di oggi in bit pesa quanto pesava negli anni 90. L'unica cosa che in questi anni è aumentata a dismisura è l'ignoranza e la maleducazione... e non solo in campo digitale.

 

Walter Salvatore