L'adeguamento sismico e i fautori di futuri disastri

5 set. 2016

In questi giorni si fa un gran parlare di adeguamento sismico dell'edificato, sia inteso come esercizio preventivo che nella fase di riparazione/ricostruzione a terremoto avvenuto.

Un proposito tanto condivisibile quanto contraddetto dalle norme emanate per il sisma dell'Aquila e poi per quello dell'Emilia ma soprattutto dall'atteggiamento ottuso e talebano degli attori chiamati a gestire la ricostruzione di questi territori.

Sia nel cratere aquilano che in quello emiliano, infatti, in caso di riparazione il legislatore concede contributi per un miglioramento sismico che al massimo deve attestarsi poco al di sopra del 60% di quello obbligatorio per una nuova edificazione e, per raggiungere questo misero risultato, per la maggior parte dei casi è disposto a spendere una somma maggiore di quella necessaria per ricostruire, com'era e dov'era, case adeguate al 100%, sia dal punto di vista sismico che da quello funzionale ed energetico.

Una limitazione/vulnerabilità strutturale risolvibile optando per la sostituzione edilizia in loco, cioè ricostruendo com'era e dov'era. Un'opzione che, a parità di costo, evita alla popolazione di tornare ad abitare case rattoppate la cui unica certificazione finale è l'inadeguatezza strutturale in caso di sisma.

Ma a questa scelta di buon senso, consentita ed anche auspicata dal legislatore in alternativa alla riparazione, paradossalmente si oppongono con ogni mezzo quella masnada di tecnici-burocrati e sindaci locali che, per partito preso, demenzialità o semplicemente per ignoranza, vedono tale pratica come fumo negli occhi.

Questi fautori di futuri disastri sono stati capaci di escogitare ogni sorta di penalità, diminuzioni economiche, discriminanti e pareri da richiedere a fantomatici quanto inutili Enti pur di contrastare e dissuadere il terremotato dall'optare per una ricostruzione intelligente, funzionale, energeticamente sostenibile nonché sismicamente adeguata al 100%.

Tra questi c'è naturalmente chi spicca, come colui che fa il finto tonto e firma impegni di spesa milionari per riparare abitazioni i cui proprietari ignorano che poggiano su un dedalo di cunicoli e cavità. Ed anche quando di tali cavità se ne ha fortunatamente contezza, escogita il modo per impedire che siano concesse risorse per il necessario consolidamento.

La ricostruzione non può essere né intelligente né sismicamente adeguata se preliminarmente e preventivamente non vengono messe in sicurezza, garantendone l'adeguatezza almeno al 60%, le posizioni apicali chiamate a governare la complessità di questi processi.

Solo allora la popolazione potrà dormire sonni tranquilli una volta rientrata nelle proprie abitazioni.

 

Walter Salvatore