Fallimento dei Sindaci del cratere

8 gen. 2018

Il sottosegretario Paola De Micheli, disponendo l'accorpamento degli UTR, ha certificato l'inadeguatezza politica di parecchi dei 57 sindaci dei comuni del cratere sismico, sicuramente di quelli che siedono al tavolo di coordinamento, che in tutti questi anni sono stati incapaci di garantire ai propri rappresentati una ricostruzione equa, rapida e intelligente.

Basta scorrere i contenuti dei verbali del tavolo di coordinamento, resi pubblici per un breve periodo, per constatare il vuoto pneumatico contenuto nei temi posti all'ordine del giorno e, da qui, il motivo per cui non un verbale è più stato reso di dominio pubblico.

Piccoli personaggi a cui sin dall'inizio doveva essere impedito di interferire nella ricostruzione e di suggerire o avallare norme e regole  mortificanti le aspettative di ricostruzione dei cittadini, dei loro diritti e in danno dei non abbienti.

Sarà interessante vedere gli esiti del ricorso al TAR che intendono presentare per opporsi all'accorpamento deciso dal governo.

Soprattutto se visto in combinazione con quanto asserito dal Consiglio di Stato con la sentenza nr. 726/2016 in cui, esprimendosi con termini comprensibili anche da un sindaco, ha definito che questi uffici (gli UTR) sono da considerare, sotto ogni aspetto, alle dirette dipendenze dell'USRC.

E non serviva certo un Giudice perché un concetto di  buon senso trovasse riscontro anche nella realtà come non erano necessari  5 anni per capire che il sindaco di un piccolo paese difficilmente è all'altezza, tutto a un tratto, di gestire la complessità e la delicatezza di un'emergenza di così vaste dimensioni e, soprattutto, la gestione delle ingenti somme di denaro destinate al territorio.

Gli UTR sono prevalentemente al servizio della ricostruzione privata che, quando non ci mettono mano i sindaci, procede spedita e senza intoppi.

Che i sindaci si occupino invece di quella pubblica, ferma dal 2009, se ne sono capaci, magari partendo dai sotto-servizi e dal decidere come intervenire sulle cavità ipogee in modo da evitare disagi per chi ha già ricostruito e future prevedibili disgrazie.

Walter Salvatore