Corte dei Conti: forse l'ispirazione non basta
8 giu. 2015
Sembra che ragionevolezza e buon senso non siano del tutto estinti e che le categorie svantaggiate abbiano ancora chi li tutela.
Così sembra leggendo quanto argomentato dalla Corte dei Conti in occasione del giudizio espresso sull'enorme danno erariale consumatosi all'Aquila nella gestione delle morosità del progetto CASE e MAP:
"Non è tollerabile che l'amministrazione non assuma iniziative, non tanto e non solo a tutela delle proprie finanze, ma anche in adesione ad intuitive ed elementari aspettative di legalità e di imparzialità, che necessariamente devono connotarne l'azione".
"Se ciò non è ammissibile in situazioni di ordinarietà, meno che mai può esserlo in un contesto segnato dall'emergenza abitativa, qual è quello in esame, in cui i presidi di imparzialità e di uguaglianza assumono ancor più pregnanza, a tutela della dignità stessa di famiglie in condizioni di particolare vulnerabilità".
E' la prima volta che nella ricostruzione post sisma qualcuno richiama i principi di imparzialità ed uguaglianza ponendoli con fermezza quale cardine ispiratore centrale ed ineludibile delle azioni intraprese dagli attori che gestiscono tale delicato momento storico che invece, proprio utilizzando "lo stato di emergenza" come paravento, hanno fino ad oggi operato indisturbati in senso opposto.
Ma se da una parte si appura con sentenza il tradimento dei principi fondamentali di eguaglianza ed imparzialità poi ci si limita, sostanzialmente, ad una semplice ammonizione nella totale ed indifferente inerzia degli attori apicali che, a questo punto, non si capisce perché dovrebbero essere indotti a cambiare registro.
Walter Salvatore