Come t'inzuppo il biscotto nella ricostruzione

13 feb. 2016

Il legislatore ha deciso da tempo l'obbligatorietà dell'apertura di conti bancari vincolati per la gestione dei contributi concessi ai beneficiari per la ricostruzione post-sisma.

Lo stesso ha determinato in modo chiaro che il contributo che i comuni versano su questi conti può essere utilizzato solo ed esclusivamente per il pagamento delle fatture relative alla ricostruzione e che su questi nessuno può inzupparci il biscotto con balzelli, bolli o trarne profitto maturando interessi.

Rarissimo caso in cui il legislatore ha saputo esprimersi con chiarezza senza dare adito a dubbi interpretativi.

A scombinare il ben fatto ci pensa però l'ottusità degli amministratori di turno che invece si sentono autorizzati ad addebitare sui conti vincolati dei beneficiari il costo dei bonifici con i quali i loro Comuni provvedono a versare gli stati d'avanzamento.

Ed è così che ancora oggi, nonostante la questione sia stata da tempo chiarita dai vari istituti di credito e dagli uffici preposti, diversi comuni continuano imperterriti ed impuniti a disporre con determina di bonificare 100 ma sul conto ne versano 99 (100 meno il costo del bonifico fatto dal Comune) e con questi 99 si dovrebbe riuscire a saldare fatture per 100, così come impone la norma e la stessa determina comunale.

Pochi euro alla volta che sbilanciano le contabilità dei consorzi obbligatori e che, moltiplicati per quanti mandati di pagamento sono stati fatti, vengono effettuati e saranno disposti in futuro, sommano una cifra considerevole tale da rappresentare un illecito arricchimento per le amministrazioni comunali e/o per gli istituti di credito a cui le stesse si appoggiano ed una conclamata appropriazione indebita.

Con tutto il rispetto dovuto al legislatore ed alle sue chiare prescrizioni è indubbiamente antipatico che, a sollevare la questione e a spiegare a questi Comuni che non gli è consentito inzuppare il biscotto sui fondi per la ricostruzione, debbano essere i cittadini terremotati o i loro procuratori.
 

Walter Salvatore