Barisciano - TAR Abruzzo, marchetta stampa
9 mar. 2016
Un giornalismo fatto di verità può contrastare corruzione e abusi, sollecitare attenzione da parte della giustizia e spronare i politici a governare meglio... e non solo.
La notizia vera è quella che il giornalista scopre indagando con pazienza o cogliendola con intelligenza studiando documenti anche quando sembrano trattare altro.
E' il caso delle due recenti sentenze del TAR Abruzzo che all'Aquila ha bocciano due distinti ricorsi avverso la graduatoria per la ricostruzione di Barisciano.
In questi giorni la vicenda è stata raccontata dalle diverse testate giornalistiche locali con un unico ed unanime ritornello, utilizzando identiche frasi e concetti.
Similitudini che evidentemente non sono farina del sacco degli autori ma il rimaneggiamento di una velina ricevuta da un pavido attore che ben si guarda dal firmare il "disinteressato" contributo.
Dalle due recenti sentenze, al netto degli interessi di parte e della probabile marchetta, un giornalista può estrapolare due distinte ed importantissime notizie degne di essere portate alla ribalta nazionale e locale.
Nella prima sentenza (88/2016) emerge prepotentemente l'innovativa posizione del giudice amministrativo che reputa non più in vigore, per lo meno a Barisciano, quella parte del TUEL (Testo Unico Enti Locali) in cui, per i regolamenti, è prescritto che la competenza del Consiglio Comunale è inderogabile, esclusiva e tassativa.
Dalla seconda sentenza (109/2016), allo stesso modo, si estrapola una notizia potenzialmente in grado di mettere in discussione l'esistenza stessa del TAR: il ricorso presentato da un cittadino per tutelare un "proprio" interesse legittimo quando lo ritiene leso da un atto amministrativo è inaccoglibile e non c'è bisogno che nel dispositivo il TAR dia conto delle motivazioni.
Appare quanto meno anomalo ridurre due notizie così importanti, dalle quali possono sgorgarne altre di portata anche maggiore, al banale quanto fasullo messaggio "la graduatoria di Barisciano è fatta a regola d'arte".
Ben inteso, qui non è in discussione l'istituto della marchetta, soprattutto quando la si esercita per indole o genuina vocazione, si chiede semplicemente di trovare il modo di far passare anche la notizia vera
Walter Salvatore