Asini al comando

15 mar. 2016

Sul come applicare le regole della ricostruzione vige una totale confusione e qualsiasi attore, per quanto insignificante e marginale possa essere il suo ruolo, riesce ad intepretarle nei modi più fantasiosi e mai con l'intento di semplificare le procedure.

Oggi è il turno del Monte dei Paschi di Siena che ritiene impossibile, da un conto vincolato acceso per gestire un contributo per la ricostruzione nel cratere, effettuare i pagamenti ammessi a SAL, previo istruttoria da parte dell'apposito ufficio territoriale della ricostruzione (UTR) e specifica determina emessa dal comune, perché sulle fatture da pagare manca il timbro e la firma del Direttore dei Lavori.

Una disposizione interna dell'istituto bancario, emanata nel 2013, rende questa formalità essenziale ma quando se ne chiede la ratio, rispetto alle evoluzioni procedurali intervenute nel frattempo, nessuno è in grado di elaborarne una credibile.

Una disposizione interna, anacronistica quanto estranea al modus operandi del cratere, è sufficiente a bloccare o comunque ritardare i pagamenti dei lavori già eseguiti.

Siamo in Italia e quindi abituati, per risolvere i nodi burocratici, anche i più ottusi, a legare l'asino dove dice il padrone ma in questo caso si ha la netta sensazione si essere costretti ad adeguarsi a regole scritte da autentici somari.

Un insulto all'intelligenza dell'uomo comune ed una continua mortificazione esistenziale perpetrata in danno al terremotato nell'assoluta indifferenza di coloro che fino ad oggi si sono errogati indegnamente il ruolo di legislatori o esperti estensori di procedure.

Questi signori evidentemente volano troppo alto e questo non aiuta a risolvere gli innumerevoli aspetti pratici che caratterizzano l'iter burocratico delle procedure pensate per la ricostruzione.

 

Walter Salvatore